domenica 3 gennaio 2010

E la colonna sonora del giorno del Giudizio?

domenica 3 gennaio 2010
Mi è tornata la gastrite, non che sia una gran notizia... a proposito, scusate se continuo a lasciarvi qua sopra roba post datata, per il momento non posso fare diversamente causa di forza maggiore, rischierei di perdermi tante cose che hanno senso solo se scritte a caldo.
Dicevo della mia gastrite, ecco, al mondo esistono solo due cose che riescono a scatenarmela (ho uno stomaco d'acciaio, giuro, ho fatto un bel training con la cucina di mia nonna! ) queste due cose sono per l'appunto:
1) il senso di colpa... si, quello che ti assale quando fai qualche cazzata di dimensioni colossali
2) la lettura mensile di Vivaverdi
Per chi se lo stesse chiedendo Vivaverdi è "il giornale degli Autori e degli Editori", quella cosa che la Siae (per l'appunto: società italiana autori ed editori) ci propina ogni mese per farci vedere quanto è figa (ma vogliamo parlare degli organi sociali della siae? avete mai dato un'occhiata ai nomi che vi si trovano? ok, mi calmo altrimenti mi oscurano davvero).
Questa volta la ciliegina sulla torta è arrivata alle ultime pagine, con l'amaro e lucidissimo intervento di Silvia Di Stefano (e non "De Stefano" come riporta la rivista), che ovviamente non sono riuscita a trovare sul web, mi riprometto di scannerizzare la pagina così che tutti possano capire di cosa si sta parlando.
Ora, quello che mi chiedo... se tutti sappiamo in che direzione sta andando la discografia, se tutti ne vediamo chiaramente le cause e le estreme conseguenze, possibile che nessuno sappia fare altro che dire che c'è crisi, che non ci sono i soldi per produrre nuove idee? Possibile che le istituzioni, la Siae per prima, non sappiano fare altro che commentare? Possibile che l'industria discografica non sappia fare altro che stare ad assistere alla propria autodistruzione?
Il bello è che poi queste cose le dicono a NOI, i diretti interessati, quei poveracci che si fanno il mazzo per farsi strada in questo mondo che non sembra voler guardare al fururo, mentre noi, poveri illusi, sognamo di emergere.
Non ci vuole molto a capire che il cambiamento dovrebbe venire dal basso... se le persone scaricano musica, e non vanno più a teatro (sintetizzo, a costo di sembrare banale e riduttiva) è perchè non danno più alcun valore a queste cose. Però i soldi per cambiare un cellulare al mese o scaricare le suonerie si trovano sempre. Ora DI CHI E' LA COLPA DI TUTTO QUESTO?
Per concludere vi cito direttamente la Di Stefano: (Noi, i poveri illusi)"restiamo con la speranza che succeda qualcosa, magari un intervento divino, e cerchiamo di resistere per potervi dare almeno la colonna sonora del Giorno del Giudizio"

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